martedì 8 dicembre 2015

Arriva L'Esposto Alla Ue : La Benzina è Troppo Cara

"Si faccia luce sulla dinamica dei listini dei carburanti nel nostro Paese", tuona il Codacons annunciando un esposto alla commissione Europea e all'Antitrust.
Con una media di 1,340 euro per un litro di gasolio, l'Italia si piazza al secondo posto della classifica Ue dove il diesel costa di più. Peggio di noi fa soltanto il Regno Unito dove il diesel costa 1,543 euro al litro. Sul fronte della benzina, invece, con 1,475 euro al litro, il Belpaese occupa la quarta posizione, dietro ai Paesi Bassi (1,545 euro al litro), al Regno Unito (1,502 euro al litro) e alla Danimarca (1,499 euro al litro). Tutti Paesi dove, tuttavia, il reddito medio è ben più elevato del nostro. "Un litro di benzina costa in Italia quasi il 20% in più rispetto al media europea - denuncia il presidente Carlo Rienzi - mentre per il gasolio la differenza col resto d'Europa raggiunge il +18%. Una differenza inaccettabile, causata in parte da una tassazione eccessiva, in parte da un allineamento troppo lento dei listini alle quotazioni del petrolio".
Proprio il mancato ribasso dei prezzi alla pompa, spiega il numero uno del Codacons, porta oggi gli automobilisti in viaggio per il ponte dell'Immacolata ad affrontare una stangata pari a 30 milioni di euro solo per i rifornimenti di carburante. "Per tale motivo - conclude Rienzi - presenteremo un esposto alla Commissione Ue e all'Antitrust, affinché aprano una apposita indagine sui prezzi di benzina e gasolio in Italia".

lunedì 7 dicembre 2015

Ultimatum dell'Iraq alla Turchia : Allertata l'aviazione


Lo si afferma in un comunicato dell’ufficio del premier. Il portavoce del ministero della Difesa di Baghdad ha confermato notizie di fonti militari turche, citate dai media di Ankara, secondo le quali la Turchia ha cominciato a ritirare le sue truppe dalle aree di confine con l’Iraq. Ma ha aggiunto che le unità entrate nel Paese giovedì si trovano ancora nella regione di Mosul "con il pretesto di difendere il campo di Zilkan", dove vengono addestrate forze anti-Isis.
Ricevendo oggi il ministro degli Esteri tedesco, Frank-Walter Steinmeier, Abadi ha ribadito che "l’ingresso di forze turche in Iraq è inaccettabile ed è avvenuto senza un accordo con il governo iracheno". Il ministro degli Esteri iracheno, Ibrahim al Jaafari,
ha chiesto ancora una volta alla Turchia di ritirare entro domani le truppe dispiegate la scorsa settimana da Ankara a nord di Mosul, roccaforte dell’Isis nel nord del Paese. Se ciò non avverrà, Baghdad intende sollevare la questione davanti al Consiglio di Sicurezza dell’Onu, come già minacciato ieri dal premier Haider al Abadi.

Generale Konashenkov : Dagli USA Un “Teatro Dell’Assurdo”


Le dichiarazioni del Pentagono e del Dipartimento di Stato si basano sul doppio standard, gli USA si comportano con miopia, quando fanno distinzione tra terroristi “cattivi” e “molto cattivi”.

Secondo il ministero della Difesa della Russia, le ultime dichiarazioni dei rappresentanti del Pentagono e del Dipartimento di Stato si basano sul doppio standard, ha dichiarato il portavoce del ministero della Difesa generale Igor Konashenkov.
"In genere, le dichiarazioni, rilasciate ultimamente dai rappresentanti del Pentagono e del Dipartimento di Stato, fanno pensare al "teatro dell'assurdo" basato sul doppio standard  e sul gioco di parole", — ha detto Konashenkov nel corso di un briefing tenuto a Mosca.
"Ora vedono, ora non vedono, poi dividono l'opposizione in "moderata" e "immoderata". Persino i terroristi vengono da loro classificati in "cattivi" e "molto cattivi", — ha rilevato Igor Konashenkov.
Il generale ha fatto ricordare che la parte russa ha più volte parlato della pericolosità del corteggiamento dei terroristi.


"Non solo, avevamo indicato che questa miopia poteva rimbalzare con un'eco di sangue nelle strade delle vostre e nostre città. Siamo convinti che il terrorismo non abbia nazionalità o gradi comparativi. Il terrorismo è un male assoluto che va combattuto in tutte le sue forme", — ha dichiarato il portavoce del ministero della Difesa.
"Ciò è un assioma come lo sono le prove, da noi presentate nel briefing del 2 dicembre, che dimostrano da dove viene e dove va il petrolio, rubato nelle regioni controllate dal terrorismo internazionale, chi sono i suoi protettori e dove Daesh (ISIS) prende i soldi per organizzare i sanguinosi attentati", — ha aggiunto Konashenkov.  


Coalizione Usa attacca base siriana : Damasco "Aggressione Odiosa"

Il ministro degli Esteri siriano al-Muallem ha definito “un’aggressione odiosa” e “contraria agli obiettivi della Carta delle Nazioni Unite”, l’attacco della coalizione internazionale a guida statunitense su una base dell'esercito siriano nella provincia di Deir Ezzor, nella Siria orientale.
Per la prima volta infatti, ieri i raid della coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti hanno bombardato una base militare lealista. In particolare nell’attacco lanciato da 4 jet della coalizione, nove razzi hanno colpito la base di Saeqa, vicino ad Ayyash, “uccidendo tre soldati, ferendone tredici e distruggendo tre veicoli blindati, quattro veicoli militari, mitragliatrici da 14.5 e 23 mm ed un deposito di armi e munizioni”, secondo quanto ha comunicato il governo siriano in un comunicato diffuso dall’agenzia di stampa Sana.
L’azione della coalizione internazionale contro le truppe governative siriane, avviene in una zona, quella di Deir Ezzor, che è in gran parte ancora nelle mani dello Stato Islamico. In due lettere identiche inviate alle Nazioni Unite il governo siriano ha quindi chiesto all’organismo sovranazionale di “condannare con fermezza” quella che è stata definita come "un'aggressione”, e di prendere “provvedimenti immediati per impedire che simili aggressioni" possano ripetersi.
Al Muallem, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Sana, ha commentato infine duramente che “l’aggressione alla base militare di Deir Ezzor ostacola gli sforzi contro il terrorismo e conferma come la coalizione a guida statunitense manchi di serietà e credibilità nella lotta al terrorismo".
Il portavoce della coalizione, il colonnello Steve Warren, ha però smentito di aver condotto alcun attacco sulla base di Saeqa domenica. Il portavoce Warren ha precisato, che pur essendo a conoscenza delle notizie che arrivano dalla controparte siriana, la coalizione a guida USa ieri avrebbe bombardato solamente nel sud-est, nei pressi di Ayyash, a 55 km di distanza dalla base militare dell’esercito siriano.

venerdì 4 dicembre 2015

Banche Italiane S&P : Nel 2015 Utili Più Bassi Del 50% Rispetto a Livelli Pre Crisi


La ripresa economica di cui tanto si parla, spesso a sproposito, nei bilanci delle banche ancora non si vede. Neppure da lontano. Il 2015 sarà un altro anno difficile per il settore del credito con conti zavorrati da una montagna di crediti malati che diventa sempre più alta. Per farvi fronte serviranno ovviamente altri soldi, circa 70 miliardi di euro nei prossimi due anni e qualche concreto miglioramento arriverà, forse, solo dal 2016. A tratteggiare questo scenario poco incoraggiante è l’agenzia di rating Standard and Poor’s in uno studio sul settore bancario italiano pubblicato ieri.
Lo studio precisa che le condizioni variano sensibilmente da banca a banca, con quelle medio piccole più in difficoltà. Tuttavia il quadro complessivo rimane fosco. I cosiddetti non performing loans, vale a dire i crediti erogati su cui si rischiano perdite a causa delle difficoltà finanziare del debitore, continuano ad aumentare e potrebbero raggiungere i 390 miliardi di euro a fine 2016 con un incremento di altri 115 miliardi di euro rispetto ai valori attuali. Una stima non dissimile da quella prospettata alcuni giorni fa dal direttore generale di Unicredit Roberto Nicastro, secondo cui i crediti deteriorati del sistema bancario italiano arriveranno già quest’anno a 350 miliardi di euro. Quel che più preoccupa è che i flussi di sofferenze creditizie continuano ad aumentare senza che si intraveda nessuna inversione di tendenza. S&P stima che da qui al 2016 le banche italiane avranno bisogno tra i 67 e i 72 miliardi di euro per coprire nuove perdite sui crediti.
A pesare sono soprattutto i finanziamenti concessi alle imprese mentre per quanto riguarda i prestiti alle famiglie la situazione appare meno problematica sebbene, spiega S&P, alta disoccupazione e contenimento delle retribuzioni potrebbero peggiorare la situazione. L’aumento dei crediti a rischio non dovrebbe sorprendere se si considera che abitualmente la situazione inizia a migliorare 12-18 mesi dopo l’avvio di una ripresa economica. Le stime di S&P sono molto prudenti. Nel 2015, scrive l’agenzia, il Pil italiano crescerà di un modesto 0,2% per poi accelerare, salvo imprevisti, a +0,8% nel 2016. Eppure nel 2014 non sono poche le banche che hanno ridotto gli accantonamenti per far fronte a possibile perdite sui crediti scommettendo proprio su un’inversione di rotta.
Il problema è che i crediti malati drenano risorse a scapito dei nuovi finanziamenti e pesano sui conti erodendo i profitti. Gli istituti italiani sono mediamente poco capitalizzati e dunque faticano ad assorbire perdite senza dover ricorrere a nuovi rafforzamenti di capitale. La bassa capitalizzazione è frutto anche di una debole redditività degli istituti di credito, che quindi dispongono di poche risorse proprie per rafforzare la loro situazione patrimoniale. Non molto tempo fa il presidente di Monte dei Paschi di SienaAlessandro Profumo, aveva sottolineato come il sistema bancario italiano abbia “ritorni sul capitale” (in pratica quanto riescono a far fruttare i soldi investiti) che nel migliori dei casi arrivano al 5%. Questo a fronte di un costo dello stesso capitale (ossia i rendimenti che devo offrire a un investitore per rendere attraente l’investimento) del 10%.
Fare utili con il margine d’interesse, la differenza tra quanto una banca paga per attrarre risparmi e quanto si fa pagare per concedere prestiti, in una situazione come quella attuale – con tassi Bce prossimi allo zero – è missione quasi impossibile. S&P stima che nel 2015 questa voce subirà una contrazione media tra l’1 e il 4 per cento. Difficile fare soldi anche investendo in titoli di Stato, che pagano interessi ai minimi storici. E i proventi da commissioni potranno solo in parte compensare i minori introiti delle altre voci. Le banche in grado di offrire questi servizi potranno in qualche misura rifarsi anche con le gestioni patrimoniali e le assicurazioni sulla vita. Si continuerà comunque a tirare la cinghia. Nel 2015 i proventi operativi dovrebbero scendere tra il 3 e il 5% e anche nel 2016, spiega l’agenzia di rating, i profitti saranno in media ben al di sotto dei livelli pre crisi e circa la metà rispetto ai bilanci del 2008.
Le mosse della Bce, come i finanziamenti Tltro (liquidità a bassissimo costo fornita alle banche con il vincolo, più teorico che reale, di usarla per prestiti a imprese e famiglie) o l’acquisto di obbligazioni bancarie hanno effetti limitati. Finché l’economia è debole, a essere scarsa è infatti anche la domanda di finanziamenti, non solo la disponibilità della banca a concederla. Vista anche l’alta frammentazione del sistema bancario italiano l’esito più probabile di questa situazione dovrebbe essere una tornata diffusioni e acquisizioni che, secondo Standard & Poor’s, potrebbe entrare nel vivo verso la fine del 2015. La riforma delle banche popolari all’esame del Parlamento, che prevede la trasformazione in società per azioni per quelle con oltre 8 miliardi di attivi, dovrebbe facilitare questo processo.

La Salute Costa Cara Oltre 7 Milioni Di Italiani Indebitati Per Pagarsi Le Cure Mediche


Indebitarsi per riuscire a pagare le cure mediche. Il restringimento del welfare alimenta gli squilibri sociali, e ammalarsi può diventare un problema serio. Sono 7,7 milioni le persone che in un anno si sono indebitate o hanno chiesto un aiuto economico per pagare le cure. E' quanto emerge dal 49.mo Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese/2015. La spesa sanitaria pubblica, cresciuta dal 2007 al 2010 da 101,9 miliardi di euro a 112,8 miliardi, negli ultimi anni "ha registrato una inversione di tendenza, con una riduzione tra il 2010 e il 2014, attestandosi nell’ultimo anno a 110,3 miliardi. La spesa sanitaria privata delle famiglie, invece, dal 2007 al 2014 è passata da 29,6 a 32,7 miliardi, raggiungendo il 22,8% della spesa sanitaria totale".
E c'è chi fatica a pagare le cure. La percentuale di famiglie a basso reddito in cui nell’ultimo anno almeno un membro ha dovuto rinunciare o rimandare prestazioni sanitarie è elevata: il 66,7%. Anche l’andamento del Fondo nazionale per le politiche sociali testimonia il progressivo ridimensionamento dell’impegno pubblico, nonostante il parziale recupero degli ultimi tre anni: 1.565 milioni di euro nel 2007, 43,7 milioni nel 2012, 400 milioni nel 2015 (-74,4% nell’intero periodo). Un andamento simile riguarda anche il Fondo per la non autosufficienza.

La Monsanto Sfrutta ed Utilizza l’India Per Contaminare il Mondo Con Sementi OGM


Jeffrey Smith – attivista anti-OGM – ha dichiarato ad Russia Today che la Monsanto, essendo riuscita a costringere gli agricoltori indiani ad acquistare le sue sementi geneticamente modificate, grazie a loro sta diffondendo nel mondo organismi alterati in maniera tale che in futuro nessuno possa più competere sul mercato con sementi pure. È stato stimato che [a causa della Monsanto] in India, ogni 30 minuti, un agricoltore si toglie la vita. Stando a CHRGJ (Center of Human rights and global justice), per la disperazione di non poter più provvedere alle proprie famiglie, negli ultimi 16 anni si sono suicidati oltre 250.000 agricoltori indiani.
Russia Today: Migliaia di agricoltori indiani si sono suicidati a causa delle sementi geneticamente modificate della Monsanto. Cosa li spinge a tanto? Jeffrey Smith: è accertato che in India vi sia un gran numero di agricoltori che si è suicidato a causa delle sementi Monsanto. La cosa è stata ampiamente documentata da indagini indipendenti e da documenti ‘sfuggiti’ al Governo Centrale Indiano. Indagini porta a porta condotte in quella che ormai è tristemente nota come “la cintura dei suicidi” hanno confermato che l’85% dei suicidi fra agricoltori era collegato direttamente al fallimento della produzione di cotone Bt; ed un altro 10% era collegato sempre al cotone Bt ma in modo indiretto. Sappiamo che il numero dei suicidi in India è altissimo: si calcola sia vicino ai 300.000, 250.000 di essi sono per certo collegati al cotone Bt.
RT: Quali le implicazioni di un fallimento di tali proporzioni del cotone Bt?JS: Quando un agricoltore acquista dei semi e questi non germinano, o producono un raccolto scarso o danno problemi, l’agricoltore non riesce più a ripagare gli alti interessi sui propri debiti e si suicida. Una brutta storia che continua a ripetersi. Se ne parla sui giornali ed in televisione e si conducono inchieste: noi che indaghiamo sul campo sappiamo di centinaia di suicidi nelle nostre zone e sappiamo quanti problemi dia il cotone Bt: problemi di germinazione, di raccolti ridotti, favorisce il marcire delle radici, l’arricciarsi delle foglie o le infestazioni. La qualità del cotone può essere bassa o richiedere maggior lavoro del “normale” per essere raccolta. Gli agricoltori si lamentano poi di prurito e reazioni cutanee quando toccano il cotone e di morie di bufali, pecore e capre se brucano le piante dopo che c’è stato il raccolto dalle piantagioni di cotone. È tutto documentato, ed un gran numero di suicidi ha una documentazione di prima mano.
RT: Ci puoi dare altri dettagli? Com’è che la Monsanto riesce ad indurre gli agricoltori ad acquistare i semi geneticamente modificati del cotone Bt? JS: Tale cotone da una resa maggiore con una perfetta irrigazione, ma la maggior parte degli agricoltori, per irrigare, si affida alle piogge. In tal caso una simile resa è impossibile. Le prove effettuate dalla Monsanto e dalla sua sussidiaria Mahyco, sono state condotte in condizioni di irrigazione ideale; inoltre, stando a al parerei di molti esperti, hanno manipolato i dati in modo da poter affermare che le loro sementi OGM “assicurassero” di “diventare ricchi”. Si sono spinti fino ad assicurare quale volume di raccolto dovevano attendersi se gli agricoltori avessero adottato queste costose sementi geneticamente modificate. Gli agricoltori sono andati in banca a farsi fare dei prestiti per acquistare sia queste sementi più costose che i prodotti chimici ad esse collegati. Molti non hanno ottenuto i prestiti e si sono pertanto rivolti al mercato secondario dove gli interessi possono salire fino al 7% al mese. Quando il raccolto non li ha ripagati nemmeno dei soli interessi da restituire – ed avrebbero quindi dovuto affrontare la vergogna di vendere delle terre che magari erano di famiglia da generazioni – molti si sono suicidati andando nei propri campi e bevendo i pesticidi che erano stati costretti ad usare.
RT: Ma perché non sono semplicemente andati avanti a lavorare come facevano da sempre? C’è un qualche monopolio del mercato? JS: Ci sono degli Stati dove è impossibile non coltivare il cotone OGM. È documentato. C’è poi un monopolio tale per cui i semi non-OGM o sono completamente spariti o sono molto difficili da trovare. C’è anche una fortissima disinformazione che circonda il cotone e che parte dalle promesse stesse di arricchimento: ci sono dei cartelloni che pubblicizzano agricoltori che avrebbero fatto un sacco di soldi con il cotone Bt. Si è indagato su di loro e si è scoperto che o non erano agricoltori o non avevano mai dichiarato quanto veniva fatto loro dire sui cartelloni. Uno era un venditore di sigarette! È saltato fuori poi che la Monsanto, quando ha voluto divulgare le statistiche dei risultati ottenibili con il Bt, non è ricorsa ad un’organizzazione scientifica bensì ad un società di marketing, la quale ha gonfiato alcuni dati anche di 100 volte. Dunque non sono dati attendibili né dei quali ci si possa fidare, eppure sono risultati molto efficaci nel convincere con l’inganno gli agricoltori e nel creare una situazione di monopolio che li ha obbligati ad acquistare le sementi OGM.
RT: Quale ritiene sia più in generale lo scopo della Monsanto? JS: La Monsanto vorrebbe introdurre sul mercato molti altri tipi di sementi geneticamente manipolate. C’è un gruppo di società del settore delle biotecnologie che vorrebbe introdurre semi geneticamente modificati di melanzana, cipolla, cavolfiore, senape ed altri. Il Governo ha da poco autorizzato delle prove sul campo per i semi di melanzana e di senape; una cosa piuttosto pericolosa perché non appena semini un campo, i semi possono sfuggire al controllo e si rischia d’infettare il materiale genetico praticamente per sempre. E questo è il piano della Monsanto, lo sappiamo da informazioni provenienti da insiders: vogliono contaminare con il proprio materiale geneticamente modificato il mondo, in modo che poi nessuno possa competere sul mercato con prodotti completamente puri. Potremmo dire che lo scopo più generale della Monsanto è quello di sfruttare l’India – che è una delle aree con la maggior concentrazione di agricoltori sul pianeta – quale fonte di guadagni e luogo dove introdurre molte altre varietà di sementi geneticamente modificate che possano dilagare per l’intero pianeta. Una volta che introducono in un’area i propri semi OGM – come hanno fatto per il cotone – prendono il controllo dei prezzi e della disponibilità in quanto si appropriano facilmente delle altre aziende produttrici di sementi. Lo hanno già fatto in tutto il mondo. Negli Stati Uniti 2/3 delle sementi non-OGM disponibili sul mercato, prima che la Monsanto ed altre aziende biotech iniziassero ad impestare con gli OGM, sono scomparsi mentre le tipologie di sementi OGM sono aumentate in modo incredibile per quantità e varietà disponibili. La cosa è confermata sia direttamente dagli agricoltori americani che da inchieste condotte sul campo. Non si trovano più sementi non-OGM di alta qualità.
RT: Ma ci sono casi “positivi”? Non ci sono agricoltori che hanno beneficiato delle sementi Bt? Che hanno avuto raccolti maggiori? JS: In alcuni casi, con particolari irrigazioni, si possono avere raccolti di cotone più abbondanti con il Bt. Spesso tali aumenti sono addirittura esagerati facendo confronti con qualità “povere” di cotone non-OGM. Comunque sì, alcuni agricoltori hanno notato un aumento dei raccolti in condizioni ideali d’irrigazione e di crescita; ma se si guarda all’insieme degli agricoltori, questi non hanno tali condizioni d’irrigazione. Non mi sento di dire che la Monsanto menta in assoluto quando parla di raccolti più abbondanti, ma a sua volta la Monsanto non dovrebbe negare che in migliaia e migliaia di casi, per l’esattezza quasi ¼ di milione, gli agricoltori si sono suicidati per i risultati in senso contrario ottenuti con le sementi Monsanto.